Dopo averne sentito tanto parlare hai deciso di iniziare un percorso di studi da zero e adesso cerchi un articolo di introduzione al linguaggio Java; giusto? Se la tua risposta è affermativa; continuando la lettura troverai il riassunto di tutte le mie ricerche e l’esperienze che mi sono fatto negl’anni sul linguaggio Java.
Il linguaggio JAVA
Il linguaggio Java sviluppato da un gruppo di ingegneri della SUN Microsystems diretto da James Gosling, inizialmente chiamato Oak (Quercia); era già un nome registrato da altri, quindi si optò per qualcosa di diverso per dare un nome al linguaggio. Dopo diverso tempo, nomi suggeriti e poi ritirati, leggenda vuole che il nome per il linguaggio Java fu deciso in una pausa lavoro d’avanti ad una calda e fumante tazza di caffè dal quale ne deriva il logo di Java. Il metodo di ricerca passò dal trovare un buon nome ad uno che non avrebbe potuto esserlo; tuttavia il tempo ha smentito il metodo dato il successo di Java.
Lo scopo di JAVA
L’ obbiettivo di Gosling e del suo team era quello di creare un linguaggio per lo sviluppo di applicativi che si adattassero ai più svariati dispositivi; aggirando tutte le limitazioni tipiche del linguaggio C e C++ ma poggiando comunque le basi su ciò che c’era di buono in C e C++. Anche questa scelta si rilevò vincente; perché molti programmatori in seguito iniziarono ad utilizzare il linguaggio Java, agevolati proprio da questa familiarità con il loro background.
JAVA e la rete
Una completa gamma di librerie per il networking standard già pronte all’uso e non comprese in altri linguaggi ne fecero un linguaggio per internet. Altri linguaggi dovettero porvi rimedio integrando librerie di terze parti e non sempre con poche difficoltà; ciò rendeva Java e JSP (Java server page) più attraente per il Web.
Introduzione alle Applet JAVA
Il Browser di Netscape nel 1993 fu il primo ad integrare al suo interno la JVM (Java Virtual Machine) ospitando le prime Applet “piccole applicazioni scritte in linguaggio Java per il lato client che non fanno uso di un server”; quando il JavaScript molto diffuso oggi non era nemmeno in fase di sviluppo.
Interpreti e Compilatori
Mentre in altri linguaggi di programmazione è ben chiara la definizione di linguaggio interpretato o compilato; in Java è evidente che parliamo di una soluzione ibrida e la definizione giusta sta nel mezzo.
Introduzione alla JVM (Java Virtual Machine)
Java utilizza il paradigma OOP acronimo di “object oriented programming”; Il codice Java non è tradotto del tutto in binario ma in un codice intermedio semi-compilato, il Byte code; quest’ultimo è interpretato dalla Java virtual machine. Il JIT compiler (Just in time compiler) componente della JVM fa si che il codice sia complito molto velocemente ogni volta; questo processo avviene sia quando il codice è generato su server remoto in JAVA EE; che sul Desktop del PC con JAVA SE. Infine abbiamo il Java processor che interviene in rifinitura con il debug sul codice in caso qualcosa ne ostacoli l’ esecuzione.
Il famoso motto di JAVA
Grazie alla OOP e alla JVM (Java virtual machine) nasce il famoso motto (write once run everywhere) tradotto in italiano scrivi una sola volta ed esegui da per tutto; indipendentemente dalla piattaforma ospitante.
Uscita di James Gosling
Con l’ acquisizione della Sun da parte di Oracle nel 2010, Gosling abbandona il progetto per i modi di veduta sulle finalità di Java molto diversi dai suoi; questa presa di posizione preoccupò non poco la community e gli sviluppatori sulla strategia futura e l’ indirizzo del progetto.